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Ecco l'opera di cui Giovanni Papini auspicava la pubblicazione. In essa ci si introduce in uno degli aspetti più a torto trascurati, ma più caratteristici del pensiero dell'Alighieri: la viva tradizione pitagorica. Il simbolismo magico del numero, in relazione alla struttura del poema e alla molteplice ricchezza del suo significato. La costruzione quindi della Divina Commedia diventa geometrica, legata al numero nella sua perfetta armonia, proprio come la musica. Il primo ad avere queste intuizioni sulla Divina Commedia fu Ugo Foscolo. Sentiva che il poema dantesco era una grandiosa profezia esposta in un sistema occulto.